mercoledì 14 aprile 2010

IN RICORDO DI SERGIO RAMELLI




Era il 29 aprile 1975 quando, dopo quarantasette giorni di tremenda agonia, cessava di battere il cuore di Sergio Ramelli. Aveva 18 anni. Era stato aggredito sotto casa il 13 marzo, mentre tornava da scuola, da due studenti di medicina che gli spappolarono il cranio a colpi di chiave inglese.

Era un ragazzo normale, Sergio Ramelli: la scuola, il calcio, la fidanzata. E una colpa terribile: militare nel Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile dell'MSI, nella Milano degli anni di spranga e di piombo. È difficile oggi far capire a chi in quegli anni nasceva, il clima di violenza e di intolleranza in cui si svolgeva la lotta politica. Non una guerra di idee, ma la ricerca dell'eliminazione fisica del nemico.

A più di vent'anni di distanza dalla morte di Sergio, il "caso Ramelli" fa ancora paura, perché mostra, quale fosse realmente la "democrazia" degli anni settanta, quale fosse la barbarie di quegli anni. Fa paura ancora oggi pensare che giovani studenti di medicina abbiano potuto massacrare a colpi di Hazet 36 un ragazzo che neanche conoscevano, solo per obbedire alla logica di un' ideologia che è stata capace di spegnere le intelligenze con la predicazione costante dell'odio, della lotta di classe e dell'annientamento fisico del nemico.


LA GIOVANE ITALIA DI MONZA E BRIANZA

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SERGIO RAMELLI:

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